top of page
Immagine del redattoreRemi

8 - U=U

Aggiornamento: 21 ott 2021


Illustration @mehdi_ange_r (INSTAGRAM)

Ho già toccato questo punto nel capitolo sul trattamento, ma voglio tornare e approfondire il concetto di non rilevabilità e raccontarvi l’impatto che ha avuto su di me dal punto di vista psicologico, soprattutto durante il periodo in cui avevo una relazione sentimentale.

Da quando venni a conoscenza di aver contratto il virus, la relazione con il mio corpo cambio’ completamente. Avevo paura di qualsiasi cosa, del minimo colpo di freddo, dell’attacco di qualsiasi batterio esistente.

Anche il semplice fatto di dover prendere la metropolitana mi paralizzava, al solo pensiero dell quantità di microbi che vi circolavano.

Ero diventato terrorizzato da tutto.

Era sopravvivenza.

Avevo anche le mie convinzioni circa l’HIV, che poi fortunatamente si sono evolute, ma all’epoca non sapevo praticamente nulla della mia malattia e dovevo imparare a conviverci e a conoscerla allo stesso tempo. Cominciai il trattamento appena scoprii di essere sieropositivo. La mia carica virale fu immediatamente non identificabile e da allora non e’ mai cambiata. Il mio sistema immunitario e’ molto pigro, ma sta lentamente recuperando.

Ho imparato ad ascoltare il mio corpo negli ultimi 10 anni. Non mi forzo a fare nulla. Se non ho energie per fare qualcosa, semplicemente non lo faccio. E le persone che mi circondano approvano.

Quando la prima volta realizzai che l’HIV era parte della mia vita, ero con D. Ricorderò sempre la prima volta che facemmo l’amore dopo che venni a conoscenza del virus.

Non avevo ancora realizzato che potevo ancora fare l’amore.

D frequentava una scuola di medicina, e mi rassicuro’ sull’aspetto sessuale fin da subito. Dissi a me stesso che se lui si permetteva di farlo, considerata la sua conoscenza della materia, significava che non stavamo correndo alcun rischio e che avrei dovuto smetterla di avere paura di trasmettere il virus.

Credo che sia parte del percorso di ogni persona sieropositiva capire che non rischi di contagiare nessuno finche’ segui il trattamento.

Mi sento molto fortunato ad aver avuto D nella mia vita in quel momento. Non credo lui lo sappia, ma gli sono immensamente grato perché mi ha aiutato a tenere la testa fuori dall’acqua e riacquistare sicurezza.

Durante tutta la nostra relazione abbiamo sempre usato il preservativo. Non avevamo problemi a farlo. Non prendiamoci in giro, c’erano ovviamente dei cambiamenti, non era la stessa cosa, ma allo tesso tempo era estremamente rassicurante per me e non avevamo altre opzioni percorribili.

La nostra relazioni fini’ dopo 2 anni, e dopo una lunga pausa, nel 2012, incontrai N.

Per la cronaca, quando parlai a N dell’HIV non lo sentii più per 6 mesi, fino a quando un giorno mi scrisse per tornare in contatto:

“Ciao, sono N”….

fui cosi’ felice di rispondere: “N chi?”.

(Era la mia piccola rivincita)


Siamo stati insieme per 4 anni, quindi forse quei 6 mesi di riflessione valevano la pena dopotutto, anche se in quel momento ne fui molto dispiaciuto.


Poi arrivo’ il momento in cui andai in ospedale per il mio appuntamento semestrale. E la mia dottoressa ancora una volta trovo’ la mia carica virale non rilevabile.

Questo era ormai lo stato delle cose da 4 anni, e fu in quell’occasione che mi disse del U=U (non rilevabile = non trasmissibile).

Mi spiego’, per la prima volta da quando seppi di avere l’infezione, che siccome stavo seguendo bene il trattamento e tutto era apposto, non avrei più’ potuto contagiare altre persone. La guardai e le dissi: “ Ma significa che anche senza preservativo?”

Non mi ha mai incoraggiato a non usare il preservativo, mi fece solo capire che se avevo un partner stabile non avrei rischiato nulla (ovviamente con piena sicurezza sulla sua fedeltà, perché si’, altra cosa, il preservativo va usato anche per proteggersi da tante altre malattie e infezioni sessualmente trasmissibili). E’ una decisione di coppia ovviamente, ma e’ un’opzione. E devo ammettere che questa informazione fu molto liberatoria per me e mi diede sollievo.

Io ed N decidemmo di non utilizzare più il preservativo dopo un certo periodo, perché purtroppo indossare un preservativo era un pelino complicato. Credo che alcune persone non capiranno, ma io avevo fiducia in N e lui in me. Da quel momento in poi non dovevamo più avere paura.

L’unica condizione era che N avrebbe ripetuto un test ogni 6 mesi, per essere sicuri che fosse tutto ok.


Dal momento in cui decise di tornare da me dopo il lungo periodo di riflessione, l’HIV non fu mai un problema per N. Sono molto orgoglioso di noi, soprattutto della fiducia che riponevamo l’uno nell’altro.

Ho avuto due grandi storie d’amore da quando sono sieropositivo e se c’e’ qualcosa di positivo che porterò sempre con me, e’ che con entrambe queste persone ci sia stato un sentimento incondizionato e puro, anche se l’HIV complica sicuramente una relazione, quando incontri la persona giusta, e’ anche tutto più intenso e vero. Un persona che non scappa via perché sei sieropositivo, ti sceglie totalmente per quello che sei, non per un immagine di te e dell’amore.

Sono fortunato lo so.


PS: non faccio alcuna propaganda se non sulla dell’amore. La scelta di smettere con il preservativo con N fu di entrambi. Per tutte le altre relazioni che non son basate sulla fiducia reciproca, la protezione e’ sempre la scelta migliore e se avete qualsiasi dubbio, chiedete sempre ad un dottore.


E’ in ogni caso importante sapere di questo U=U, perché rappresenta un fattore che conta moltissimo nella qualità della vita delle persone sieropositive e nel soffocante senso di colpa che possiamo sentire alla sola idea di trasmettere il virus che, ripeto, se non e’ rilevabile non e’ trasmissibile.


8 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

IL TEMPO

Non è arrivato il momento di fare un bilancio? Come sapete, se mi leggete da molto tempo, mi piace fare un bilancio. Cosa c'è di meglio...

Komentar


bottom of page